Un piatto povero, facente parte dell’alimentazione base delle popolazioni contadine come vi confermerà un qualsiasi anziano ancora oggi estasiato da questa ricetta emblema della Toscana. La sua preparazione e composizione è molto semplice: consiste in un impasto infornato per 30 minuti fatto da acqua, farina di castagne, pinoli e olio d’oliva.
Per chi cerca degustazioni peculiarmente toscane, non può farsi sfuggire un assaggio di un altro piatto di origine contadina anch’esso povero e cucinato in gran quantità nel dopoguerra italiano, si tratta della ribollita, servitaci dalle sagge mani delle cuoche mercatalesi durante la “Sagra della Ribollita”, evento che prende luogo in occasione della domenica delle palme: questo piatto consiste in una zuppa di pane raffermo e verdure, che si distingue dalla minestra di pane per l’essere riscaldata due volte nel forno a legna, da qui il nome ribollita, all’interno di un tegame dal fondo spesso; fulcro della ricetta è lasciare in ammollo per 24 ore il composto di pane raffermo, fagioli, cavolo nero, verza, pomodori e patate, con le verdure rosolate precedentemente; il giorno dopo fatta cuocere per la seconda volta, si può poi gustare aggiungendovi un filo d’olio d’oliva. Assieme a questa pietanza facente parte della vera cucina toscana vi sarà anche occasione di apprezzare la convivialità e i festeggiamenti degli abitanti locali, che tra tombola, mercatini e serate danzanti non faranno mancare niente all’ospite più esigente e renderanno la vostra esperienza unica e indimenticabile.