La Torre di Galatrona, chiamata “il torrione”, insieme alle tracce della porta di accesso è tutto ciò che rimane di uno dei più importanti castelli del territorio, risalente al X secolo, sorto in posizione dominante rispetto alla pieve e con funzione di controllo, considerato che un ramo della via consolare Cassia, che congiungeva Roma a Firenze, transitava proprio in questa zona.
Per tutto il medioevo, e fino alla fine del XIII secolo, le vicende di Galatrona sono legate, come accade per tutta la Valdambra, alle contese fra Firenze e Arezzo prima e fra Firenze e Siena poi. È solo nel 1335 che i fiorentini occuparono il castello di Galatrona. Dall’atto di sottomissione a Firenze risulta che esistevano, allora, due torri: oltre a quella attualmente visibile – la “nuova” – una “vecchia”, ora scomparsa.
Da documenti catastali del 1427 risulta che il castello di Galatrona ospitava al suo interno un villaggio fortificato, composto da una ventina di piccole abitazioni, occupate quasi esclusivamente da contadini e piccoli proprietari.
La torre costruita in pietra arenaria e murata a calcina, situata ad un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare, è alta circa 27 metri ed all’interno è divisa in cinque piani. Le possenti pareti hanno una larghezza di 7 metri, che viene mantenuta inalterata verso la cima ed uno spessore di circa 1,80 metri, conferendogli un aspetto severo ed imponente.
Spingendosi fino alla terrazza in cima alla torre si avverte l’importanza strategica di controllo del territorio, considerato che lo sguardo spazia dal Valdarno fino a tutti i suoi confini e la Valdambra. Il panorama regala alla vista una sequenza di immagini di straordinaria bellezza: borghi meravigliosi arroccati su dolci colline, campi e terreni coltivati, in cui spicca la coltivazione della vite e dell’olivo, sorretti dai tradizionali muretti a secco e folti boschi di eriche, ginepri, lecci, corbezzoli e ginestre.
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